Cos’è la vulnerabilità? Cosa significa per me? Forse prima di quest’anno ci siamo soffermati solo in parti su una simile questione e poi ci siamo re-immersi nelle nostre vite, “affaccendati” come ci raccontava Seneca, indaffarati e sempre di corsa alla ricerca poi di non si sa bene cosa. Le nostre vite trascorrevano di corsa fino a quando il COVID non ci ha chiesto di fermarci, soffermarci per poi ricominciare.Credo che il coronavirus ci abbia chiesto di specchiarci nel mare della nostra anima e di vedere se è davvero questa la direzione che vogliamo prendere. Se il consumismo esasperato, le corse frenetiche e l’utilizzo non consapevole delle risorse che la terra ci offre è davvero quello che ci serve o se forse sono antidoti alla sofferenza, una via di fuga al dolore che inevitabilmente prima o poi viene a bussare alle nostre porte. Sì perché il dolore è parte delle nostre vite e ci pone di fronte a una sfida impegnativa: quella di aprirci piuttosto che chiuderci, quella di accogliere la sofferenza quando si palesa, contrastando quell’inevitabile “pilota automatico” che ci porterebbe a chiuderci, a difenderci, a proteggerci… fingendo che tutto sia come prima…la verità è che tutto cambia e cerchiamo il cambiamento ma lo rifuggiamo. Il cambiamento fa paura e quando siamo agganciati dalla paura attiviamo comportamenti reattivi finalizzati a salvaguardarci, dimenticando che è proprio accogliendo la paura che posso riemergere da quelle ferite che mi porto dietro. La paura è l’altra metà del coraggio, di quell’abilità che spesso dimentichiamo di avere e che così alleniamo poco.
Il lockdown ci ha chiesto di riflettere sulle nostre paure, sul coraggio e sulla disponibilità a entrare in contatto con tutti quegli eventi interni, che siano pensieri, emozioni o sensazioni spiacevoli che si sono affacciate al nostro cuore, spesso senza chiedere il permesso. E a metà di quest’anno se vi chiedessi di fare un bilancio delle vostre vite non troveremmo un assolo ma tante voci, voci che raccontano la loro esperienza, la vita segnata dalla malattia, dalla perdita o dalla nascita di un bambino o dalla nostra rinascita. La nostra vita è stata toccata, non possiamo dimenticarlo;la buona notizia è che ora possiamo scegliere se muoverci coltivando quelle attività che arricchiscono cuore e mente e farle risuonare dentro di noi, immergendoci in esse e nutrendoci della bellezza e della vitalità che ci portano o muoverci allontanandoci da tutto questo, credendo che la lotta ingaggiata col dolore possa essere da noi vinta…solo che fintanto che tiri la corda rischi di esser portato via da quelle emozioni o pensieri o di cadere e far fatica a rialzarsi. E voi cosa scegliete ora?
Condivido con voi un video con l’invito che la musica possa risuonare in noi e farci apprezzare quello che ora c’è nella nostra vita.